MATEMATICA CON IL METODO ANALOGICO DI BORTOLATO

Il metodo analogico è un nuovo sistema di apprendimento della matematica che permette di ottenere risultati straordinari con l’uso di strumenti a supporto di una teoria dell’apprendimento matematico fondata sul calcolo mentale senza numeri. Camillo Bortolato è un insegnante, laureato in pedagogia, e autore di numerosi testi per l’insegnamento della matematica nella scuola primaria. Alla didattica affianca un’intensa attività di ricerca sulle metodologie di insegnamento della matematica. Attualmente le sue ricerche sono rivolte allo sviluppo di tecniche di apprendimento analogico mediante l’utilizzo di nuovi strumenti didattici (video, strumenti di sua invenzione, ecc.). Il metodo analogico, del “calcolo a mente”,nasce dal bisogno di adeguare la didattica della matematica alle ultime acquisizioni della ricerca in fatto di innatismo e genialità dei bambini. Inoltre si fonda sulla qualità di determinati strumenti di simulare i procedimenti mentali del calcolo in modo da trasferire la comprensione, dalla elaborazione logico-concettuale al canale recettivo delle simulazioni analogiche-intuitive, come quando un bambino impara ad usare il computer o una lingua osservando come fanno gli altri, senza ricevere preventivamente delle spiegazioni. Il suo Metodo Analogico per l’insegnamento della matematica, è molto adatto anche ad alunni con difficoltà in quanto valorizza le capacità intuitive di ogni bambino. Bortolato ha dimostrato come la matematica sia naturale e semplicissima per i bambini e quanto spesso la disciplina tradizionale, ponendo maggiore attenzione sulla correttezza dei procedimenti formali, faccia diventare tutto complicato rallentando i processi di apprendimento. “È necessario dedicarsi di più ad insegnare i numeri, non tanto la scrittura dei numeri. Gli strumenti in uso nella scuola spesso presentano delle ambiguità che creano problemi ai bambini, e che spesso sono alla base della discalculia. Nel calcolo mentale, che non è un concetto, le quantità sono immagini che possono essere lette istantaneamente”. Nemmeno lo zero si salva: Bortolato propone di eliminarlo dalla “linea dei numeri” perché è “irreale”; sarà ammesso solo quando il bambino avrà risolto i problemi di calcolo. Oltre che da strumenti, il metodo si traduce in testi operativi, alcuni dei quali pubblicati dalle edizioni Erickson , “Calcolare con la mente” “La linea del numeri”, “Problemi per immagini” ecc. nei quali il percorso operativo è descritto e accompagnato da spiegazioni teoriche per l’insegnante. C’è bisogno di uno strumento più potente per riuscire a rappresentare la complessità del calcolo, durante il quale la nostra mente che non può utilizzare il conteggio a livello mentale, se non fino a tre oggetti, è costretta a eseguire nel tempo di qualche secondo operazioni di traslazione , scomposizione, ribaltamento, numerazioni originali temporanee e finali, per cercare una soluzione di ripiego. Lo strumento che propone è un computer analogico e si chiama “Linea del 20″.La Linea del 20 (simulatore delle mani) è una linea dei numeri composta di 20 tasti mobili suddivisi in cinquine come le dita delle nostre mani, il dito o tasto che sia, essendo mobile è equiparabile a un bit con il doppio significato ON /OFF a seconda che sia aperto o chiuso. Con questi 20 bit è possibile comporre migliaia di combinazioni visive che sono le vere immagini dei numeri , per cui non abbiamo un solo numero 7 come nei regoli colorati, ma una multiformità sia in senso ordinale che cardinale, che possono scorrere avanti e indietro sulla tastiera.. È uno strumento che consente di eseguire immediatamente operazioni di addizioni e sottrazioni e di imparare i numeri cominciando direttamente dalla quantità 20.
E non c’è bisogno di una consapevolezza esplicitata di ciò che si apprende perché è lo strumento che istruisce e programma la mente del bambino.
La nostra mente opera con diverso grado di intenzionalità e consapevolezza sulle quantità come una attività di ritaglio e incollaggio di immagini .
La linea del Venti è sussidio didattico inventato e sperimentato da Camillo Bortolato. E’ uno strumento di grande semplicità che abbinato alle dita delle due mani consente un approccio all’ordinalità, alla cardinalità e quindi ad eseguire varie operazioni numeriche entro la quantità dieci.
La linea del 20 è uno strumento che serve a sviluppare la meccanica del calcolo; è costituito da tasti mobili divisi in cinquine che permettono di poter effettuare infinite combinazioni: ad esempio il numero 7 può essere rappresentato con 5 e 2, 2 e 5, 3 e 4 e così via. Per spiegare i numeri è possibile allontanarsi dal punto di vista disciplinare, e ricorrere anche a metafore: ad esempio il numero 100 può essere spiegato dicendo che esso è una stanza con 10 armadi, ognuno dei quali ha 10 ripiani. Quando cominciare
Con la linea del venti i bambini sono pronti fin da subito a costruirsi le dinamiche del calcolo. Ciò avverrà gradualmente, partendo da un’idea globale per poi definirla progressivamente in maniera più netta. In un certo senso gli alunni impareranno partendo dalla fine. Il suggerimento è quindi quello di iniziare subito: perché i bambini lo vogliono, perché la pratica viene prima della teoria, perché poi si ha il tempo di riflettere su quello che è già stato fatto, perché, potendo disporre di risorse limitate in termini di attenzione, si deve fare solo l’essenziale.

                                               

FONTI:
-www.camillobortolato.it/
-http://files.splinder.com/cdd34f70c2b5018d09b8fad0bd86d33b.doc

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